SUDAFRICA ON THE ROAD: CAPE TOWN
Cape Town: incontri ravvicinati con i pinguini
Noi siamo sfortunati e non incontriamo animali (i più diffusi sono ippopotami e coccodrilli) ma il paesaggio è meraviglioso e ci facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia. Arriva l’ora di lasciare anche St. Lucia, prendiamo la macchina e partiamo in direzione Durban, dove ci aspetta il volo interno per Cape Town. Arrivati in aeroporto, riconsegniamo l’auto, cercando di spiegare come mai manchi uno specchietto, e andiamo verso il terminal dove scopriamo, con grande disappunto, che il nostro volo è stato anticipato ed è già partito.
Ci rechiamo subito al banco informazioni della compagnia aerea (la Mango, una low cost sudafricana) dove ci spiegano che il volo è stato anticipato e che ci è stata mandata un’email. Noi spieghiamo che è dalla nostra partenza dall’ Italia che non abbiamo una connessione internet decente e, comunque, controllando in tempo reale con le signorine dell’assistenza, scopriamo che l’email è finita nello spam! Per fortuna, le signorine sono molto gentili, ci riproteggono sul volo delle 6 del mattino dopo, e ci aiutano ad avvisare sia il car rental che l’albergo di Cape Town del nostro ritardo. Trascorriamo la notte all’aeroporto di Durban e il giorno successivo arriviamo a Cape Town attorno alle otto. Ritiriamo la nostra auto, una Nissan Livina che, a prima vista ci preoccupa un po’ per le dimensioni ridotte, per rivelarsi poi più spaziosa dentro che fuori e capace di far viaggiare noi quasi comodamente e di contenere tutti i nostri bagagli.
Il navigatore ci avvisa che per entrare in città dobbiamo metterci l’animo in pace e stare fermi nel traffico per ore. Decidiamo quindi di andare subito a Boulders Beach. Sulla strada le tappe si moltiplicano, non resistiamo alla tentazione di scendere dall’ auto per fare foto e per perderci nei meravigliosi paesaggi che ci troviamo davanti. Abbiamo addirittura avvistato un paio di balene che nuotavano a non più di 200 metri dalla costa. Una volta a Boulders Beach, lasciamo che anche qui la meraviglia prenda il sopravvento… la spiaggia è di sabbia bianca finissima, il mare ha tutte le sfumature che esistono dall’azzurro al blu e i pinguini… beh i pinguini sono meravigliosi di loro, non hanno bisogno di molti aggettivi per essere descritti. Lasciamo a malincuore i pinguini, ma il tempo è tiranno e per oggi abbiamo un’agenda molto fitta. E sappiamo anche che ci fermeremo ancora molte volte lungo la strada per fare foto. La prossima tappa è il Capo di Buona Speranza, dove saliamo sul famoso Flying Dutch che ci porta in cima al promontorio da cui si gode di una vista mozzafiato della penisola, delle sue coste selvagge ed aspre e della bellezza delle acque dell’oceano Atlantico.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa nel ristorante panoramico e poi scendiamo per fare le foto con il mitico cartello che con orgoglio spiega che ci troviamo nel punto più a Sud-Ovest del continente africano. Torniamo verso Cape Town, io personalmente non vedo l’ora di visitare la città. Che infatti non mi delude. E’ una città molto giovane, abitata da molti universitari, è molto viva, piena di locali e non si percepisce assolutamente il pericolo di cui a volte si sente parlare. Visitiamo anche il quartiere di Bo Kaap, davvero bello con le sue casette colorate in fila e con la Table Mountain sullo sfondo. La proposta per la cena è il Ristorante Mama Africa, ma non a tutti va di prendere il menù che comprende molti assaggi, quindi ripieghiamo su un ristorante libanese, dove mangiamo molto bene ed assistiamo anche ad uno spettacolo di danza del ventre. L’indomani partiamo verso est, destinazione l’Aghulas.
Sul tragitto però è d’obbligo una tappa ad Hermanus per avvistare le balene. Fa freddo, c’è un vento fortissimo e i turisti sono proprio pochi. Ci appostiamo e aguzziamo la vista, pazienti, quando sentiamo suonare il corno del Whale Crier che ha avvistato una balena ad una ventina di metri da noi. Corriamo e… niente… la balena se n’è già andata. Aspettiamo con pazienza, riuscendo a vedere ogni tanto qualche sbuffo d’acqua a centinaia di metri dalla riva, finché la vediamo… lì a forse 10 metri dalla riva… anche a cercarle, non riuscirei a trovare le parole per descrivere l’emozione di trovarsi così vicino ad un animale tanto bello, di sentirne la voce e di vederla giocare nelle acque della baia. Stiamo in compagnia della balena per più di un’ora, poi andiamo a mangiare qualcosa prima di rimetterci in cammino, abbiamo ancora più di 100 km per arrivare a l’Agulhas e vorremmo arrivarci quando c’è ancora un po’ di luce. Ce la facciamo, arriviamo al tramonto, nel punto più a Sud di tutto il continente africano, nel punto dove l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico si incontrano. Il paesaggio è quasi lunare e la luce del tramonto fa virare i colori delle rocce verso una tonalità violacea che accentua ancora di più la sensazione di essere atterrati su un altro pianeta.