Il fascino del deserto in Mauritania
Un viaggio tra oasi e deserto
Durante gli spostamenti abbiamo attraversato accampamenti di pastori nomadi incuriositi (avranno pensato:”che ci fanno questi intrusi in questo deserto, per loro inospitale?”), i quali ci hanno fatto accomodare all’ombra della loro tenda, offrendoci quel poco che hanno, latte di capretta appena munto con datteri e rivolgendoci molte domande.
Il quarto giorno siamo arrivati a Tanouchert, un’oasi a metà strada tra Chinguetti e Ouadane, circondata da palme e da magnifiche dune di sabbia e finalmente un nuovo pozzo con acqua molto buona e fresca per rifornirci. Anche qui abbiamo trovato la tenda elettorale e abbiamo scambiato due chiacchiere con alcuni abitanti; dopo una sosta di ristoro ci siamo rimessi in cammino alla volta di Ouadane. L’ultima notte si è alzato il vento freddo sahariano, io ho dormito pochissimo poiché volevo godermi ogni attimo: intorno a me una distesa di sabbia illuminata dalla luna e dalle stelle, sentivo il suono del vento che spostava la poca vegetazione e la sabbia, il cammelliere dormiva sotto una montagna di coperte, Giovanni nel suo sacco a pelo dormiva beatamente sognando forse, il “deserto” e per finire dietro di noi i cammelli, sembrava che facessero la guardia, a turno si mettevano giù a dormire, ad un certo punto la luna è sparita ed è sceso il buio più totale, molto affascinante.
All’alba, come sempre spettacolare, il tutto si illumina piano piano, assumendo varie sfumature colorate; noi iniziamo il cammino verso Ouadane, che si svolge sotto un cielo nuvoloso accompagnati sempre dal vento, per fortuna non c’è stata una tempesta di sabbia! Dopo circa 3 ore siamo arrivati a destinazione, il cammelliere ci ha accompagnati all’Auberge Vasque- Chez Zaida, gestito da Zaida, donna molto intraprendente e simpatica, qui vi sono vari tikit molto confortevoli.
Zaida ci ha offerto subito un tè e dopo averlo consumato tutti insieme abbiamo salutato e ringraziato il cammelliere, il quale avrebbe impiegato tre giorni per tornare a casa con i suoi animali. Durante questi sette giorni nel deserto si provano emozioni molto forti che non possono essere descritte, vanno vissute! Per giorni soli nel silenzio con se stessi, si riflette e si apprezzano di più tante cose, si mette a dura prova il proprio fisico e ci si rende conto che tutto si può fare, l’importante è volerlo, non esiste la frase “non ce la faccio”, s’impara a razionare l’acqua anche se si ha tanta sete, ci si bagnano le labbra e la sensazione che si prova è quella di averne bevuto un bicchierone, insomma tutto dipende dalla nostra mente! A Ouadane, al posto di blocco situato all’entrata della città, hanno registrato la nostra presenza e poi da qui ci siamo incamminati sulla collina, tra le case di pietra del Ksar Kiali (città vecchia), anche qui, è presente la tenda delle elezioni, con musica a tutto volume. Dall’alto abbiamo ammirato i giardini dell’oasi che arrivano fino al deserto, sulla sommità della collina vi si trova la moschea nuova, mentre quella vecchia si trova ai piedi della città.