ALTRE ATTRATTIVE DELLA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA
Altre attrattive della costa meridionale dell’Australia: un continua meraviglia
Nonostante la febbre alta ed una tosse insistente, sono al settimo cielo… sei anni fa avevo promesso a me stessa che in qualche modo sarei tornata qui, che il mio non era stato un addio, ma solo un arrivederci ed ora sono riuscita ad onorare questa promessa.
Il mattino seguente qualche timido raggio di sole ci da il buongiorno, il vento che ha soffiato tutta la notte e che continua ancora a farsi sentire si sta portando via tutte le nuvole. Raggiungiamo il London Bridge, chiamato così perché prima del 2009, la formazione aveva le fattezze di un ponte e collegava la terraferma con l’arco. Ora l’arco è isolato (così come si ritrovarono isolati i due turisti che si stavano intrattenendo a fare foto – secondo fonti indiscrete, i due si stavano dilettando in altro modo – proprio nel momento in cui la roccia cedette) e, a mio parere, è ancora più affascinante di quanto non lo fosse prima, a giudicare dalle foto che ho trovato in rete. Più avanti, scendiamo verso The Grotto, un arco naturale da cui ammicca l’oceano e da cui si possono fare delle fotografie davvero suggestive (lo consiglio alle coppie, molto romantico!).
ALTRE ATTRATTIVE DELLA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA: BAY OF ISLAND
Continuiamo la strada della meraviglia (ma non potevano chiamarla così? Great Marvel Road?) ed arriviamo a Bay of Islands – google maps –dove si trovano altre incredibile formazioni rocciose, tra cui The Arch e The Razorback, una “lama” di arenaria che mi impressiona per l’imponenza e l’armoniosità delle forme. Riprendiamo la macchina e lasciamo la costa, passiamo Allansford, dove finisce ufficialmente la Great Ocean Road. Proseguiamo fino a raggiungere Bridgewater Blowholes – google maps – dove si può ammirare un altro tratto di costa in cui l’erosione ha scavato dei tunnel in cui l’acqua si infila provocando spruzzi alti quasi quanto la costa. Passeggiamo attraverso la “petrified forest”, una foresta di tubi calcarei che assomigliano a tronchi d’albero.
Il paesaggio, completato dalle pale eoliche sulle colline dietro stanti, mi fa venire in mente quei film basati sulla colonizzazione di un pianeta alieno in un futuro post-apocalittico. Ok, mancano ancora circa 200 chilometri a Millicent, dove passeremo la notte e sicuramente abbiamo ancora almeno una tappa sulla strada quindi, un po’ a malincuore, ci rimettiamo alla guida. Sappiamo che non resisteremo alla tentazione di scendere di continuo dall’auto per fare fotografie e non vogliamo guidare dopo il tramonto, quando gli animali sono molto più attivi e il rischio di investire un wallaby o un echidna diventa davvero molto concreto. Attraversiamo il confine di stato tra Victoria e South Australia e proseguiamo fino a Mount Gambier.
ALTRE ATTRATTIVE DELLA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA: IL BLUE LAKE
Qui visitiamo il Blue Lake, un lago vulcanico che cambia il colore in base alle stagioni. Da aprile a novembre è grigio, ma da dicembre a marzo, diventa di un impressionante blu cobalto per tutta una serie di cause chimico-fisiche che vi risparmio. Poco distante c’è l’ Umpherston Sinkhole, una dolina profonda diversi metri, il cui fondo è stato decorato con piante di vario genere. E’ un luogo sicuramente significativo dal punto di vista geologico, e proprio per questo non mi entusiasma il modo in cui il luogo è stato “imbellettato” e, permettetemi il termine, derubato della sua identità, ma è solo il mio parere personale. Percorriamo l’ultimo tratto di strada che ci separa da Millicent, che risulta essere una cittadina sonnolenta senza grandi attrattive, se non un enorme “Christmas Tree” che rapisce il cuore di Marta che gli dedica un servizio fotografico da fare invidia alle top model.