Myanmar: mingalaba, thanakha e Buddha sempre con te!
di Antonietta Peroni
Dopo vari preparativi, itinerario, acquisto biglietto, richiesta visto, cambio soldi e zaino, finalmente è arrivato il giorno della partenza, volo da Roma Fiumicino scalo a Pechino e giorno seguente partenza per Yangon. A bordo dell’aereo tanti cinesi e pochi italiani, nei posti posteriori al mio 2 bambini cinesi, uno ha detto all’altro in romanesco: “Ao qui nun se capisce gnente è tutto scritto in cinese!!!” Mi hanno molto divertito. Dopo circa 10 ore di volo sono arrivata a Pechino, soggiorno in hotel compreso nel biglietto aereo, un giro molto veloce a Piazza Tienanmen e rientro in albergo; la mattina seguente trasferimento in aeroporto e finalmente partenza per Yangon.
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Arrivata all’aeroporto di Yangon la prima cosa che mi ha colpito il gran caldo, la gente molto cordiale e tutti molto sorridenti. Uscita dall’aeroporto sono andata a prendere un pick-up direzione centro.
Salire su un pick-up pieno di passeggeri, con lo zaino, è stato molto eccitante, tutti mi guardavano e mi sorridevano, le donne avevano sul viso la thanakha, capelli neri raccolti, indossavano il lounge colorato o con disegni floreali, maglietta, infradito e borse con merce da vendere, anche gli uomini indossano il lounge ma a quadretti, maglietta e infradito e masticano betel sputando nei sacchetti di plastica o in terra. Durante il viaggio verso l’albergo mi ha accolto il monsone, sono arrivata zuppa, tutto rientrava nella vacanza! Ho trascorso la serata nel centro di Yangon e lungo la strada ho fatto amicizia con un ragazzo che era in compagnia di 2 ragazzine, il quale mi ha voluto offrire un tè e mi ha detto che era una guida turistica e che le ragazze studiavano l’inglese, quindi hanno approfittato della mia presenza per dialogare un po’, visto che nel Myanmar sono poche le persone che lo parlano. La mattina seguente sveglia molto presto e inizio percorso nel centro della città. Il Myanmar è un paese multi-religioso, quella Theravada è la tradizione buddhista più diffusa, segue cristiana (battista e cattolica) musulmana e induista. Lungo il mio giro in centro ho visto templi induisti, sono entrata a visitarli, ho osservato tutti i fedeli in preghiera e che portavano offerte a Shiva.
Riprendendo il cammino al termine del percorso sono arrivata alla Sule Pagoda, situata nel mezzo di una piazza molto trafficata nel centro della città, con intorno vari negozietti. Lungo la strada si trovano banchetti ove le donne cucinano con molta passione e qui ho gustato magnifici pasti, la cucina birmana è stata influenzata da quella indiana, cinese e thailandese, la portata principale è il riso oppure noodles accompagnati da verdure, pesce o carne, tutto speziato. Ho continuato il percorso verso Kandawagyi Lake e mi sono ritrovata in un monastero di monaci buddisti del Bangladesh, mi hanno fatto accomodare e abbiamo fatto due chiacchiere, da lì mi sono diretta verso la Shwedagon Paya, ma lungo la strada il monsone mi ha colpito ancora, pertanto mi sono riparata nei negozi di artigianato nei dintorni. Per fortuna dopo circa un’oretta si è placato e sono entrata in questo meraviglioso e luccicante tempio, il più bello e più famoso di tutto il Myanmar. Lo stupa centrale sormontato da una grande cupola dorata arriva ad un’altezza di 98 m., qui i birmani si recano per pregare e fare offerte a Buddha. Mi sono trattenuta fino a tarda sera e al rientro sono andata a prenotare il viaggio in treno, direzione Bago costo del biglietto $ 2.00.
Mattina seguente viaggio in treno vecchio stile, sedili e pavimento di legno, finestrini aperti, affollato dagli abitanti del posto, che mi salutavano e sorridevano in continuazione. Arrivo dopo circa 2 ore, vengo avvicinata nella stazione da una “guida locale” che mi ha proposto di fare un giro per la città in risciò pagando $.10.00, compreso il biglietto d’ingresso nelle pagode. Sono salita sul risciò e sotto un sole bollente quest’omino mi ha portato a visitare, la Shwemawdaw Paya con uno zedi a cupola che arriva a 114 m., il monastero Kyakhatwine dove ho assistito al pranzo delle 10:30 dei circa 500 monaci, un monumento con un Buddha sdraiato sul fianco la cui lunghezza misura 55 m e l’altezza 19 m.;
Da qui allo Snake Monastery dove si trova un gigantesco pitone birmano di 120 anni, si dice che sia la reincarnazione di un monaco di Hsipaw e per ultima ho visitato anche una piccola azienda dove vengono fabbricati a mano sigari destinati al mercato interno. Dopo circa 3 ore di tour per la città, ho preso il bus destinazione Kyaikhtiyo, attraversando grandi risaie e salendo in mezzo alle montagne al villaggio di Kinpun, con alloggio presso il Pann Myo Thu Guest House. La mattina seguente alle 06.00 ero già al campo base da dove partono i pick-up che si arrampicano su una strada lunga 12 km. circa, con un dislivello di 1.000 m., da qui bisogna percorrere un tratto a piedi di circa 50 minuti; lungo la strada ci sono i barellieri, che trasportano chi ha bisogno, s’incontrano monaci in meditazione, pellegrini birmani e ogni tanto qualche turista, banchetti di ristoro e poi finalmente la Golden Rock.
Un luogo magico dove si respira un’atmosfera mistica, si vede già da lontano in cima ad una montagna un grande masso dorato sulla cui sommità è stato costruito un piccolo stupa alto circa 7 m. la cui leggenda dice che il masso si tiene in equilibrio grazie ad un capello del Buddha. Il masso dorato, in bilico con la pagoda è di grande effetto, ma le sensazioni più forti si hanno aggirandosi per il tempio tra i numerosi pellegrini che offrono ai Nat (Spiriti ) e al Buddha ricchi piatti di frutta, riso e composizioni floreali. Nel tardo pomeriggio rientro con pick-up superaffollato, serata in albergo, mattina successiva rientro a Bago. La mattina seguente in ozio per Bago dopo aver prenotato il pullman per Mandalay, con partenza alle ore 20.30, pertanto ho gironzolato ancora un po’. Partenza quasi in orario, arrivo a Mandalay alle ore 05:00, colazione e subito alla ricerca di un mezzo per raggiungere il centro della città. Dopo aver contrattato per 500 Kyat, ho preso un pick-up e mi sono diretta alla Royal Guest House, una doccia veloce e via in giro per la città, consumando sempre i miei pasti ai banchetti. Ho visitato la Sandamuni Paya, formata da un gruppo di stupa bianchi eretti nel luogo in cui sorgeva la residenza temporanea del re Mindon, lo stupa è circondato da 1774 lastre di marmo che recano incisi commenti relativi ai Tripitaka. La Kuthodaw Paya, spesso definita “ il libro più grande del mondo”per le 729 lastre di marmo situate attorno allo stupa, ogni lastra è protetta all’interno di un piccolo stupa dove alloggiano tutti i 15 libri che compongono i Tripitaka.
Come organizzare il tour in Myanmar
La guida del Myanmar della Lonely Planet
In tempi moderni, dove il telefonino, tablet e pc la fanno da padrone, dover acquistare una guida turistica cartacea da portarsi sempre ovunque sembra davvero anacronistico, ma noi di arrivi-partenze.it ve la consigliamo con tutto il cuore. Infatti sia in questo che negli altri viaggi effettuati precedentemente ci siamo accorti che in mancanza di internet il viaggiatore è tagliato fuori sia nel caso avesse bisogno di una mappa, che per gli orari degli spostamenti con i mezzi. E’ indispensabile quindi avere un piano B, che ci risolva facilmente il problema, se mai ci fosse. Un altro aspetto importante è quello di potersi rilassare con una guida di carta in mano e approfondire, nel momento che più ci aggrada, ciò che stiamo visitando, senza le possibili divagazioni che invece si posso fare con un telefonino in mano. Insomma Lonely Planet for ever!!