LA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA: UN VERO SPETTACOLO PER GLI OCCHI
La costa meridionale dell’Australia: tra fari, cascate e pilastri di pietra calcarea
Continuiamo la nostra giornata arrivando al Faro di Split Point – google maps –, “The White Queen”, diventato popolare tra gli australiani per aver fatto da set per alcuni show televisivi (tra cui Masterchef Australia). Il panorama è mozzafiato anche qui, coste verticali che si tuffano nell’oceano ed un faraglione solitario che osserva il panorama e forse anche lui, come me, si sente fortunato per il fatto di potersi riempire gli occhi di così tanta bellezza.
LA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA: LE ERSKIN FALLS
Proseguiamo verso le Erskin Falls – google maps –, un piccolo angolo di paradiso terrestre, dove ci intratteniamo a scattare con diversi tempi di esposizione per fermare l’acqua della cascata nella foto o forse stiamo solo cercando di fermare questo momento per imprimerlo nella memoria. Arriviamo ad Apollo Bay appena prima del tramonto e riusciamo a fare qualche bello scatto in spiaggia, dove alcuni gabbiani posano per noi, trascorriamo un po’ di tempo nella sala comune dell’ostello, io mi fumo la terza sigaretta della giornata (in Australia è vietato fumare praticamente ovunque e anche dove si può, gli sguardi scandalizzati e sprezzanti dei locali vi faranno gustare molto meno la sigaretta) e andiamo a dormire. La meta del giorno successivo è ovviamente Port Campbell – google maps – e lasciatemi citare Jack Sparrow… non è la destinazione ma il viaggio che conta. Sì perché questo tratto di strada è incantevole e raggiunge il suo culmine dove si ergono i 12 apostoli, sfacciatamente belli.
LA COSTA MERIDIONALE DELL’AUSTRALIA: I 12 APOSTOLI
La prima tappa sono i Gibsons Steps, 86 gradini scavati nella roccia arenaria della costa grazie ai quali è possibile accedere alla spiaggia (assicuratevi sempre che le condizioni meteorologiche siano favorevoli!) ed ammirare da vicino Gog e Magog, i primi due faraglioni. Risaliamo i Gibsons Steps e ci rechiamo al 12 Apostles Visitor Centre dove ci aggreghiamo agli ennemila visitatori di tutto il mondo per andare a riempirci gli occhi con tutto lo splendore degli altri apostoli. Dalle passerelle si possono ammirare a sinistra Gog e Magog e a destra, gli altri 5 apostoli superstiti. Scattiamo una miriade di fotografie, il contrasto tra il blu-grigio del temporale in arrivo con l’ocra dei piloni è particolarmente fotogenico. Proseguiamo sulla costa e scendiamo verso il Loch Ard Gorge – google maps –, chiamato così in onore del veliero che il 1 giugno del 1878 trovò qui il fatale epilogo del viaggio iniziato dalle coste inglesi tre mesi prima.
Tom and Eva, i due piloni chiamati come gli unici superstiti della tragedia, si ergono uno di fronte all’altro, un po’ come due amanti condannati a guardarsi per l’eternità senza potersi mai abbracciare (ai tempi del triste evento, erano uniti a formare un arco). Raggiungiamo Port Campbell, dove ceniamo con la porzione di fish and chips più generosa che io mi ricordi di aver mai mangiato e poi ci rimettiamo in macchina per tornare al visitor centre al tramonto. Il tempo non è esattamente dalla nostra, le nuvole oscurano il sole e non possiamo godere dei colori caldi di un tramonto estivo, ma rimaniamo comunque in contemplazione di questo luogo magico, estremo, ipnotizzante, fino a quando ci rendiamo conto che ormai stiamo fissando solo il buio di una fresca notte australiana.