SUDAFRICA ON THE ROAD: MOZAMBICO E SWAZILAND
Mozambico e Swaziland: in viaggio tra la realtà africana
Passiamo anche a lato di una sorta di inceneritore a cielo aperto e l’odore è così acre che mi manca il respiro. Indubbiamente queste persone andrebbero informate dei rischi che corrono respirando quotidianamente questi fumi…Una volta arrivati a Maputo rimaniamo un po’ delusi. L’arcidiocesi di Maputo è degna di nota, una bella Chiesa bianca in cima ad una piccola altura, ci sono alcune belle case in stile coloniale portoghese, ma nient’altro. Mentre stiamo facendo alcune foto, ci avvicinano dei venditori ambulanti che parlano in italiano… ma siamo sicuri che sia l’inglese la lingua più parlata nel mondo? Ci fermiamo a bere qualcosa e torniamo verso la macchina per scoprire con disappunto che ci hanno rubato uno specchietto. Ma non tutta la struttura, solo lo specchio e senza romperne nemmeno un pezzettino… chissà come hanno fatto. A questo punto decidiamo di tornare indietro, sono quasi le cinque di pomeriggio ed il traffico di Maputo è insostenibile. Rientriamo al lodge che sono quasi le nove, replichiamo il braai e rimaniamo a contemplare il cielo dell’emisfero Sud mentre ci beviamo un bicchiere di vino. Il giorno successivo è ora di lasciare Sheryl e la sua famiglia, anche se è pensiero unanime e condiviso che sarebbe stata una buona idea fermarsi qui almeno un altro giorno per tornare nel parco Kruger e per chiacchierare un po’ con i proprietari del lodge che sono davvero meravigliosi. La prossima tappa è St.Lucia, sull’Oceano Indiano.
Per arrivarci, decidiamo di attraversare lo Swaziland. Anche qui, come per il Mozambico, la differenza con il Sudafrica è evidente, le strade sono molto trascurate e pericolose, dobbiamo percorrere alcuni tratti a passo d’uomo per non causare danni agli pneumatici, e le case sono delle vere e proprie capanne. Sulla strada troviamo tantissimi bambini che cercano di fermarci per avere qualcosa da noi. Finalmente il pacco da un kg di caramelle che mi sono portata dietro inizia ad avere un senso. Attraversiamo il Hlane National Park e ci fermiamo continuamente perché avvistiamo numerosi animali che riusciamo a fotografare anche dalla strada. Non abbiamo problemi con le dogane, il tempo di timbrare il passaporto si cambia il paese, ma quello che mi colpisce è che sia in ingresso che in uscita, le pareti degli uffici doganali sono tappezzate di poster per la campagna di informazione sull’AIDS e ovunque ci sono distributori gratuiti di preservativi. L’AIDS è ancora un vero e proprio flagello in questo paese…Arriviamo a St. Lucia col buio (del resto è inverno e le ore di luce sono davvero poche), ci sistemiamo in albergo e facciamo una passeggiata per andare a mangiare. Troviamo un ristorante molto carino con un menù quasi esclusivamente a base di pesce.
Ci accomodiamo nel terrazzo anche se la temperatura non è l’ideale per cenare all’aperto ma così possiamo osservare un po’ di “movida” di questa cittadina che d’estate viene presa d’assalto da orde di surfisti. Rientriamo in albergo guardandoci alle spalle dopo aver incontrato un cartello stradale che raccomanda di fare attenzione agli ippopotami nelle ore notturne….Al mattino ci alziamo e ci dirigiamo verso l’Isimangaliso Wetland Park, che si trova sull’estuario del fiume St. Lucia ed ospita una grandissima varietà di animali.